Mi colpisce la buona capacità di adattamento dei ragazzi alle limitazioni imposte dall’epidemia.
Per alcuni è una condizione normale: ordinariamente, al di fuori della scuola, non escono e vivono online le relazioni e gli svaghi. Per molti altri però è un’eccezione. Soprattutto per chi ama affermare la sua personalità nel movimento e nelle amicizie dirette con i coetanei, vissute condividendo con loro attività e divertimento.
O forse non si tratta di adattamento, ma di assuefazione. Si può anche stare bene a casa, se ci sono le minime condizioni di agio fisico. Le lezioni si svolgono con calma al mattino, spesso con ampi intervalli. Con alcuni docenti, si sta a microfoni e videocamere spenti: si può stare attenti oppure no, senza disturbare e senza essere richiamati. Tranne questo appuntamento fisso, si vive in camera. Si perde la consueta scansione del tempo. Oziare non è più così proibito.
Ci sono un sacco di possibilità per occupare il tempo online: chat con gli amici, social, tutorial di fitness, corsi di musica, video demenziali, serie televisive, anime…
Il problema è però la prospettiva: bisogna solo occupare il tempo, in attesa del “liberi tutti”, oppure occorre non perdere di vista il presente, ma dargli uno scopo?
Nel tempo ordinario, c’è una progressione in atto: andare a scuola, fare sport, uscire con gli amici consentono di acquisire competenze per la vita attraverso un continuo esercizio. E adesso? Bisogna fermarsi e fare il punto. Darsi dei ritmi. A partire da quelli della cura di sé: non si sta senza lavarsi e in pigiama o in tuta tutto il giorno, come una qualsiasi domenica mattina. Poi, si prova a riprendere qualche attività a cui non ci si è potuti dedicare in precedenza. O ad imparare qualcosa di nuovo. Mai letto un libro dall’inizio alla fine? Mai vista la trilogia del Signore degli Anelli con attenzione e continuità? Mai provato a strimpellare quella chitarra che sta abbandonata in camera dei genitori? Mai provato a disegnare? Mai attuato un training per gli addominali?
Vale la pena di farlo, purché ci siano metodo e costanza. Quando ci sarà la ripresa, magari non sarai un esperto di Tolkien o un chitarrista provetto. E non avrai la tartaruga d’acciaio.
Ma avrai imparato ad essere più padrone del tempo che hai a disposizione.